Per  chi suona la campana

IL  “TEOREMA  DI  BELL”[1]


Alessandro Boffetti





La vita e le opere di tutti i Maestri, i Santi ed i Profeti non fanno altro, in fondo, che ricondurci alla riscoperta dei rapporti tra il Tutto e l’Uomo, tra Dio e la sua creatura, tra il macro e il microcosmo. Nasce così l’unità trascendentale delle religioni.

L’ESOTERISMO [2]  comprende lo studio di un insieme di discipline, come ad es. l’ASTROLOGIA, l’ALCHIMIA, la NUMEROLOGIA, la CABALA. La scienza esoterica, nel suo aspetto più tradizionale, è l’insegnamento segreto trasmesso da un Maestro al suo adepto e/o la riscoperta da parte dell’adepto, in se stesso, dei legami che lo uniscono alle forze cosmiche, alle entità superiori del Cielo e della Natura vivente.

Dato che la conoscenza esoterica si basa su un risveglio e un ampliamento della COSCIENZA nei diversi piani della realtà che le sono propri, essa si accompagna a una padronanza di sè e ad un potere sugli elementi, perfino sugli esseri, che sono simbolicamente e analogamente in rapporto con le diverse qualità sviluppate o acquisite dall’uomo.

E’ così che l’Astrologìa, l’Alchimìa, la Cabala, ad es., sono non solo le scienze dei SIMBOLI che mettono in risonanza l’Uomo e il Cielo, l’Uomo e la Natura, l’Uomo e il Divino, ma anche delle pratiche, come testimoniano le previsioni astrologiche, le invocazioni magiche ed il lavoro in laboratorio.

L’Esoterismo, in quanto scienza che costituisce il fondo comune delle religioni, delle mitologìe, delle iniziazioni, delle scienze sacre stesse, resta anzitutto

v    un modo di vivere e un’educazione dello sguardo che permette di scorgere la presenza ineffabile del Sacro nel quotidiano[3].
Sotto tale forma l’Esoterismo ha attraversato ed attraversa tuttora, nella storia della cultura, la Filosofia senza però (quasi mai) confondersi con essa.
La  grande  differenza  tra  la  conoscenza  di  tipo  scientifico  e  la conoscenza esoterica risiede nel fatto che
la Scienza si basa su dati sperimentali oggettivi, aperti alla verifica e al controllo da parte di tutti (e quindi ripetibili), mentre
l’Esoterismo è un tipo di conoscenza che per sua natura non è aperto a tutti, ma solo a pochi iniziati che condividono l’accesso a un sapere o ad un’esperienza esclusiva (e quindi ha caratteristiche di non-ripetibilità).

v    SCIENTIFICO è, dunque, sinonimo di OGGETTIVO.

v    ESOTERICO è sinonimo di SOGGETTIVO, cioè non oggettivo e quindi non ripetibile.

Questa distinzione così chiara e netta (e, ritengo, tutto sommato anche abbastanza comoda da digerire per il nostro intelletto) aveva senso fino a qualche tempo fa.

Infatti, le ultime scoperte della Meccanica Quantistica hanno enfatizzato il ruolo del soggetto cosciente a tal punto da portare alla inevitabile conclusione che NULLA PUÒ ESISTERE AL DI LÀ DELLA PERCEZIONE DEL SOGGETTO, e che quindi

non  ha  senso  attribuire  oggettività  (cioè  esistenza propria e indipendente) ad alcunché per il semplice fatto che nulla può esistere al di là dell’essere percepito.

Questa prospettiva di fatto riduce la posizione della Scienza (così come viene intesa comunemente oggi nel mondo occidentale) a quello di una mera credenza esoterica nel primato della materia, che ha la medesima validità di una fede.

Quello scientifico diventa, quindi, solo uno dei tanti metodi di indagine della realtà, in nulla e per nulla superiore o migliore, da qualsiasi punto di vista, degli altri tipi di conoscenza sviluppati dall’uomo.
Scompare, dunque, il primato della Scienza occidentale, e tra Fisica ed Esoterismo non c'è più di fatto nessuna differenza.
Da  che  mondo  è  mondo  (anzi,  è  il  caso  di  dire,  da  che  Scienza  è Scienza…), progresso scientifico è sinonimo di capacità di vedere i limiti della teoria vecchia per crearne una più ampia, che contenga la precedente (senza contraddirla) come caso particolare.

Per chi conosce un po' di Fisica e si è appassionato a studiare la Teoria della Relatività di Einstein, è facile fare un esempio. La Teoria della Relatività non nega la teoria precedente, la Meccanica Newtoniana, ma la inquadra come suo caso particolare. In altri termini, per velocità piccole (ovvero  molto  inferiori  alla  velocità  della  luce),  i  fenomeni  sono  ben descritti dalla Meccanica Newtoniana, ma quando le velocità in gioco sono più elevate dobbiamo utilizzare la teoria di Einstein.

Questo  schema  di  ampliamento  del  sapere  ha  avuto  una  battuta d’arresto quando la comunità dei fisici si è trovata di fronte all’insieme di fatti sperimentali e tentativi di interpretazione che definiscono la Meccanica Quantistica. E’ come se ad un certo punto si fosse rotto il principio di intelligibilità razionale del mondo fisico.


Per questo Einstein, che pretendeva  di   trovare  sempre   un inquadramento razionale ai fatti, sbottò con l’affermazione (che è poi passata alla storia e che viene sempre citata quando si parla della Meccanica Quantistica) “Dio non gioca a dadi”[4]. 11
Da quel momento in poi Einstein si mise contro la Meccanica Quantistica e insieme ad altri colleghi elaborò un esperimento ideale, conosciuto come “Paradosso EPR” e basato sullo studio del comportamento di una coppia di “fotoni correlati” (non dico altro perché da qui in poi mi seguireste davvero in pochi…), con il quale intendeva dimostrare che la Meccanica Quantistica non poteva essere considerata una vera teoria fisica perché incompleta.

Il  paradosso  EPR  ha  dato  origine  negli  anni  ‘60  ad  una  sua rielaborazione che potesse portare ad una verifica sperimentale, il cosiddetto “Teorema di Bell”, e nel 1983 si  è avuto il risultato  della  verifica sperimentale condotta da Alain Aspect a Parigi.

Ebbene, il dato sperimentale ha dato e dà ancora torto ad Einstein e colleghi, confermando che

·       la Meccanica Quantistica fornisce una descrizione dei fatti aderente alla realtà.


Cerchiamo di spiegare in modo semplice qual è la materia del contendere.


La Fisica ci ha abituato a considerare che il senso comune a volte ci inganna. Ad. es., le pareti del Tempio in cui siamo, lo scanno su cui sediamo, il tavolo su cui appoggiamo il computer, che noi percepiamo come solidi e pieni, in realtà sono fatti in massima parte di vuoto. Diremmo mai che un granello di sale riempie la cupola di San Pietro a Roma? No di certo, ma è proprio in questo modo che gli atomi riempiono lo spazio. La massa nucleare (che rappresenta il 99,9% della massa dell’atomo) è concentrata in uno spazio minimo (il granello di sale, nella nostra analogìa) mentre gli elettroni ruotano attorno al nucleo a distanze comparabili con la dimensione della cupola.

L’atomo è, dunque, vuoto anche se l’impressione che ne abbiamo è che la materia sia fatta di un tutto pieno. In questo caso accettiamo che la nostra sensazione sia fuorviante rispetto ad un livello di verità più aderente alla intima  natura  delle  cose.  Accettiamo  questa  convinzione  per  fede  nella Scienza, perchè sappiamo che queste teorie sono verificabili da appropriate esperienze di laboratorio.

E questo è solo uno dei casi in cui i nostri sensi ci ingannano: pensiamo all’equivalenza massa-energia, al diverso scorrere del tempo a seconda del moto dell’osservatore, alla contrazione delle lunghezze a seconda del moto dell’oggetto, tutti fenomeni perfettamente inquadrabili all’interno  della  stessa  teoria  della  Relatività  Generale  tanto  cara  ad Einstein.

Ma non sempre è così. Ad es., per quel che riguarda il Teorema di Bell e le sue straordinarie conseguenze c’è stato fin dall’inizio da parte della cultura ufficiale un atteggiamento di chiusura totale. Forse perchè questa volta non siamo davvero preparati a sopportare le conseguenze del messaggio che ne esce e che, molto in sintesi, è il seguente:

LA REALTÀ OGGETTIVA NON SI CONCILIA CON L’IDEA DI REALTÀ OGGETTIVA

O, in altre parole:

LA LOGICA E LA RAZIONALITÀ NON SONO STRUMENTI CHE VALGONO IN SENSO ASSOLUTO, MA HANNO IL LORO LIMITE.

Non si può, quindi, avere troppa fiducia in questi mezzi (la logica e la razionalità, appunto) e pretendere di ricondurre tutto in termini razionali. Anche se alcuni aspetti della nostra vita rientrano in tale ambito, è sbagliato pretendere di spiegare tutto unicamente in termini razionali e causali, proprio come è sbagliato fossilizzarsi sulla Meccanica Newtoniana all’infuori del campo di applicabilità di questa teoria (le basse velocità, come già detto).
In definitiva, il messaggio più attuale che la Meccanica Quantistica, cioè la Fisica, cioè la Scienza ci svela è che

L’atteggiamento razionale non

esaurisce l'analisi della realtà.


E  proprio  in  nome  della  Scienza  dobbiamo  andare  oltre  se  non vogliamo fossilizzarci in un “dogmatismo razionale” che farebbe da contraltare al “dogmatismo teologico” che ha caratterizzato il Medioevo.
Questo messaggio potrebbe essere concepito dalla cultura scientifica occidentale, dalla nostra cultura, dalla mia cultura, come un attacco a qualsiasi possibilità di fare Scienza, dato che non siamo in grado di concepire nulla se non in termini razionali.
D’altro canto, ci sembra che rinunciare ad un’analisi del reale in termini razionali ci riporti ad una sorta di misticismo o comunque nel campo della religione, campi che noi razionalisti abbiamo imparato ad evitare da quando Galileo ha inventato il metodo scientifico.

Il Teorema di Bell dice che la realtà nel suo intimo [5] si ribella alla fredda logica razionale con cui abbiamo indagato fino ad oggi e che dobbiamo accettare la SINCRONICITÀ[6] oltre alla CAUSALITÀ.

Il Teorema di Bell, in definitiva, possiamo dire che avvicina l’Oriente all’Occidente, la Fisica alla Religione [7]14   e alla Filosofia, proclamando un livello di ARMONÌA DEL REALE che non riusciamo a cogliere perché troppo abituati ad analizzare in dettaglio il particolare, senza essere capaci di percepire il messaggio che ci viene dal Tutto.

Ecco il Rebis


Il Teorema di Bell reintroduce nella Scienza la componente femminile, magica, della realtà, che troppo spesso abbiamo sottovalutato [8]. Il Teorema di Bell è in grado di armonizzare la dicotomìa tra MATERIA e SPIRITO che caratterizza tradizionalmente la cultura occidentale.

Il Teorema di Bell è in grado di conciliare le scienze “esatte” con quelle “umane”, rendendo così ad ogni branca della Scienza la sua dignità.
.




[1] Il Teorema di Bell ci mostra fondamentalmente che, se la Meccanica quantistica è valida (e gli esperimenti fisici non sono stati finora in grado di affermare il contrario), le misurazioni eseguite su due particelle saranno sempre correlate, indipendentemente dalla distanza che le separa.
[2] N.d.R. Secondo gli specialisti si dovrebbe dire, in questo caso, ERMETISMO.

[3] N.d.R. Marie-Louise von Franz. Alchimia. Boringhieri. A partire da sant’Agostino, si è voluto far derivare religio da religare, con l’implicazione teologica che la parola significa legare nuovamente l’uomo a Dio. Secondo Agostino, il peccato originale ha separato l’uomo da Dio, ed è compito della religione legarlo nuovamente a lui. Quest’interpretazione non ha nulla di scientifico, ma è assai interessante perché rispecchia bene l’idea cristiana di religione. Gli etimologi moderni ritengono invece che derivi da religere, che in questo caso significherebbe “considerare attentamente”. La parola sembra rimandare al tema della mia ultima amplificazione cioè all’attenzione vigile nei confronti dei fattori irrazionali, anche se significa soltanto “considerare con attenzione”, e non contiene alcun riferimento all’ irrazionale.


[4] N.d.R. Se tiriamo in ballo Dio, si corre il rischio che la logica se ne vada a farsi benedire.
[5] N.d.R. E’ solo un tocco di antropomorfismo. La realtà, semplicemente, non si spiega tutta con la logica razionale (espressione pleonastica) attuale.
[6] N.d.R. Ricordiamo i lavori di C.G. Jung e del matematico Luigi Fantappié. La sincronicità rappresenta una delle colonne più importanti del paradigma olistico La legge dell'unità di Paul Kammerer. Onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo. connette pensiero, sentimenti, scienza e arte al grembo dell’universo che li ha partoriti
[7] N.d:R. Forse si potrebbe parlare di valori dello spirito.
[8] N.d.R. Da consultare C.G. Jung. L’uomo e i suoi simboli. Longanesi.

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